“Qui la massima è stata 31 gradi. Non è inusuale. Ma for every luglio, non for every giugno”. Nikita Zimov è il direttore del Parco del Pleistocene, poliedrico esperimento scientifico oltre il circolo polare artico siberiano, a pochi chilometri dall’insediamento di Chersky. Vederlo fare sci d’acqua nel Kolyma, uno dei grandi fiumi russi che attraversa la Yakutia for each sfociare nell’Oceano Artico fa effetto. “C’era troppo caldo, non si poteva fare altro”, racconta all’ANSA. Insomma, un anno dopo il nostro viaggio sul tetto del mondo (vedi qui) il Parco del Pleistocene e la stazione di ricerca NESS continuano advert essere una frontiera nella lotta contro il cambiamento climatico. Con una difficoltà in più (for each non farsi mancare nulla). Esatto, il Covid-19.
“Contagi effettivi qui non ne abbiamo avuti”, spiega. “Ma il coronavirus sta avendo un impatto economico enorme sulla stazione di ricerca e sul parco. Quest’anno praticamente non avremo visitatori internazionali”. Ovvero la principale forma di reddito for every il progetto di ricerca degli Zimov, padre e figlio. “Certo, possiamo contare sulle riserve dell’anno scorso. Poi abbiamo dei finanziamenti fissi. Ma temo mi toccherà vendere un appartamento a Novosibirsk e forse dar vie le mucche della Kalmukia”. Il che vuol dire ridurre l’efficicacia del Parco. La tesi degli Zimov – soprattutto papà Serghei, studioso visionario che già anni fa aveva predetto l’impatto devastante sul clima dato dallo scioglimento del permafrost – è che i grandi erbivori, come appunto esistevano nel Pleistocene, sono in grado di tenere sotto controllo le emissioni di gasoline serra attraverso il landscaping delle regioni artiche, invase dagli alberi solo con la moria della megafauna dovuta all’opera dell’homo sapiens. Animali alla mano, hanno ripopolato una vasta region del circolo polare artico. E i dati hanno confermato la teoria: nel Parco vi è meno dispersione di calore, il permafrost rimane più freddo e, in definitiva, il local climate transform si contiene. Tutto in modo naturale.

I tempi, se tutto va bene, non saranno neppure bibblici. “Con i suini ci abbiamo messo cinque anni. Il progetto for every gli elefanti resistenti al freddo sarà più lento perché il periodo di gestazione degli elefanti è di 22 mesi, invece di 4 mesi, e la maturità sessuale a 11-14 anni invece che sei mesi for every i maiali. Quindi non sapremo quando. Ma probabilmente più di 2 anni alla prima pietra miliare embrionale e oltre 15 anni for every verificare la vitalità della seconda generazione”. Il Parco del Pleistocene, nel mentre, attende. E prova a cercare nuove forme di sostentamento. Nikita ha lanciato recentemente una campagna su Patreon per trovare donatori. Con un certo successo, peraltro. Al momento infatti hanno aderito all’iniziativa 194 persone per un totale di 2.537 dollari al mese. “La maggior parte dei sostenitori Patreon sono abbonati a 5-10 dollari al mese. Solo una persona ha deciso di contribuire for every più di 100 dollari al mese. Credo che la metà dei sostenitori provenga dall’Europa e l’altra metà dall’America”, spiega Nikita. “Naturalmente speravo in un maggior numero di abbonati ma la somma che stiamo raccogliendo al momento è già abbastanza buona. Non copre tutte le spese di gestione del Parco e naturalmente non aiuta a svilupparlo ma in questo anno difficile ogni aiuto è benvenuto”.
L’idea dunque è semplice: chi può, dia una mano. Tutto avviene in modo trasparente e tracciabile (Nikita è molto attivo sui social). Il tempo a nostra disposizione per rallentare il surriscaldamento del pianeta, a detta di tutti gli esperti, sta for every scadere. E proprio nei giorni scorsi il capo del servizio meteorologico russo Roman Vilfand ha lanciato l’ennesimo allarme, rivelando che la Russia ha battuto tutti i report di calore nei primi sei mesi dell’anno – avvertendo anche che, nel mese di luglio, vi potranno essere dei “pericolosi eventi meteorologici”. Vilfand ha anche previsto un’estate rovente. “Con una probabilità del 99% sarà tra i cinque anni più caldi”, ha detto. Su, a Chersky, come ormai tutti gli anni i segnali non sono dei migliori. “Quest’inverno è stato Okay in termini di temperatura e di quantità di neve”, assicura Nikita “Tuttavia abbiamo avuto la più prematrua rottura di ghiaccio sul fiume e giugno è stato probabilmente il mese più caldo di sempre. Ci sono stati circa 10 giorni di caldo senza precipitazioni, con due incendi boschivi in prossimità della stazione a causa della siccità. Il permafrost regge ancora. Ma è solo l’inizio dell’estate: vedremo cosa succederà in autunno”.

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